Visita guidata a Gradara
Il castello, la rocca demaniale di Gradara, i camminamenti di ronda, l’affascinante storia di Paolo e Francesca.
Sarà possibile scegliere tra visite guidate tradizionali e tematiche (l’ingresso alla rocca demaniale è facoltativo):
Gradara
LE STRATEGIE DIFENSIVE NEL MEDIOEVO
Gradara
tra mito e leggenda: PAOLO E FRANCESCA
Gradara
i 10 secoli della Rocca demaniale: DAI MALATESTA, SFORZA, DELLA ROVERE AI CONIUGI ZANVETTORI.
I percorsi potranno essere arricchiti con programmi didattici specifici, attività laboratoriali (vedi sezione Didattica) e sono adatti a gruppi scolastici, famiglie e/o gruppi di adulti.
Gradara è tra le attrazioni più amate in Italia
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APPROFONDIMENTO
La storia di Gradara
È un luogo ricco di storia e memorie, durante le visita si ha la possibilità di vivere emozioni uniche e irripetibili: attraversando le stanze all’interno del castello, sulle mura merlate, sul ponte levatoio, nell’elegante cortile e per le vie del piccolo borgo medioevale. Le sale interne ricordano gli splendori delle potenti famiglie che qui hanno governato: Malatesta, Sforza e Della Rovere.
Era salito al soglio pontificio Giulio II e questi mise a governare Gradara il nipote Francesco Maria II.
La Rocca divenne proprietà comunale e questi nel 1877 la cedette al conte Morandi Bonacossi di Lugo. Nel 1920 l’Ing. Umberto Zanvettori di Belluno, ma residente a Roma, la comperò per tre milioni di lire e nelle sue abili mani essa subì un preciso e delicato restauro da collaboratori di fama quali gli architetti Ferrari e Giovannoni che lo collegarono a quello compiuto quattro secoli prima da Giovanni Sforza.
Paolo e Francesca
Il borgo e le sale della Rocca Demaniale ci riportano nella Commedia più celebre al Mondo scritta da Dante Alighieri. Siamo nel cerchio dei lussuriosi, Francesca da Rimini racconta a Dante la storia della sua passione adultera per Paolo Malatesta, scoppiata mentre i due stavano leggendo “per diletto” il passo di un romanzo cavalleresco in cui la regina Ginevra, sposa di re Artù, veniva baciata dal cavaliere Lancillotto.
«Quando leggemmo il disïato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante.» |
“-…voi avete male accompagnato questa vostra figliuola, ella è bella e di grande anima, ella non starà contenta di Giangiotto… Messer Guido insistette: – Se essa lo vede soltanto quando tutto è compiuto, non può far altro che accettare la situazione”.