Visita guidata ad Urbino
Sarà possibile scegliere tra visite guidate tradizionali e tematiche (l’ingresso al palazzo Ducale e ad altri musei è facoltativo):
Urbino
il prototipo della città ideale – capitale del Rinascimento –
la “ città a forma di palazzo”
la “ città a forma di palazzo”
Urbino
Federico da Montefeltro raffinato mecenate e abile condottiero
Urbino e i suoi segreti
oratori, grotte, sotterranei, piole e viste memorabili
I percorsi potranno essere arricchiti con programmi didattici specifici, attività laboratoriali (vedi sezione Didattica) e sono adatti a gruppi scolastici, famiglie e/o gruppi di adulti.
APPROFONDIMENTO
La storia di Urbino
L’antica capitale del ducato montefeltresco (35 km da Pesaro) sorge sulla cima di due colli , si presenta armoniosamente inserita nelle colline e quasi si confonde con esse e lungo le loro pendici con i tetti delle case e delle chiese digradanti verso Porta Lavagine a nord-est e verso Porta Valbona a sud-ovest. È una delle maggiori mete del turismo artistico mondiale, per la sua storia e per i tanti monumenti e opere d’arte in essa contenuti.
Ha origini antichissime, ma si ha documentazione solo a partire dal III secolo a.C., quando Urvinum Mataurense assunse la dignità di municipio romano (resti di mura e del teatro). La posizione strategica ne favorì il coinvolgimento nelle lotte che caratterizzarono il periodo feudale, quando si schierò dalla parte dei ghibellini e Antonio da Montefeltro, sedando a Roma una rivolta contro l’imperatore Federico Barbarossa, conquistò sul campo il titolo di conte e la carica di vicario imperiale di Urbino (anno 1155). Fu l’inizio del legame della città con la dinastia dei Montefeltro durato, pur con momenti difficili e contrastati, fino all’estinzione della stessa. I primi contatti con il mondo dell’arte si ebbero al tempo del conte Guidantonio, quando nel 1416 i fratelli sanseverinati Lorenzo e Jacopo Salimbeni furono chiamati ad affrescare l’oratorio di S.Giovanni, seguiti dall’eugubino Ottaviano Nelli e dal ferrarese Antonio Alberti che ad Urbino lasciarono più di un’opera. Dopo la morte di Guidantonio (1443) e l’assassinio del giovane Oddantonio (1444), fu però soprattutto con Federico II da Montefeltro, prima conte e poi duca, che Urbino raggiunse il massimo del suo splendore artistico, soprattutto dopo la raggiunta supremazia territoriale dei Montefeltro, definitivamente strappata alle ambizioni espansionistiche dello sconfitto Sigismondo Malatesta (1463).
Ha origini antichissime, ma si ha documentazione solo a partire dal III secolo a.C., quando Urvinum Mataurense assunse la dignità di municipio romano (resti di mura e del teatro). La posizione strategica ne favorì il coinvolgimento nelle lotte che caratterizzarono il periodo feudale, quando si schierò dalla parte dei ghibellini e Antonio da Montefeltro, sedando a Roma una rivolta contro l’imperatore Federico Barbarossa, conquistò sul campo il titolo di conte e la carica di vicario imperiale di Urbino (anno 1155). Fu l’inizio del legame della città con la dinastia dei Montefeltro durato, pur con momenti difficili e contrastati, fino all’estinzione della stessa. I primi contatti con il mondo dell’arte si ebbero al tempo del conte Guidantonio, quando nel 1416 i fratelli sanseverinati Lorenzo e Jacopo Salimbeni furono chiamati ad affrescare l’oratorio di S.Giovanni, seguiti dall’eugubino Ottaviano Nelli e dal ferrarese Antonio Alberti che ad Urbino lasciarono più di un’opera. Dopo la morte di Guidantonio (1443) e l’assassinio del giovane Oddantonio (1444), fu però soprattutto con Federico II da Montefeltro, prima conte e poi duca, che Urbino raggiunse il massimo del suo splendore artistico, soprattutto dopo la raggiunta supremazia territoriale dei Montefeltro, definitivamente strappata alle ambizioni espansionistiche dello sconfitto Sigismondo Malatesta (1463).
Fu per volontà del duca Federico che la vecchia dimora medievale dei Montefeltro fu ampliata e abbellita da Luciano Laurana prima e da Francesco di Giorgio Martini poi, fino a diventare lo splendido Palazzo Ducale, capolavoro assoluto (con i suoi ‘Torricini’ e con il suo ‘Cortile d’Onore’) dell’arte rinascimentale e oggi sede della prestigiosa Galleria Nazionale delle Marche che ospita capolavori assoluti come la “Flagellazione” e la “Madonna di Senigallia” di Piero della Francesca e la “Muta” di Raffaello Sanzio. Un’autentica reggia in cui vive eternata la memoria del duca Federico con quella del figlio Guidubaldo e della loro splendida Corte; di sala in sala, dal ‘Salone del Trono’ fino a quell’unicum che è lo ‘Studiolo del Duca’ con il suo splendido rivestimento ad intarsi e la serie dei ritratti degli “Uomini illustri”. È però anche girando per Urbino, lungo le sue ripide strade e stradette, che si incontrano tutte le tessere di un mosaico urbano che reca i segni di una lunga storia artistica e culturale: dalla mole neopalladiana della Cattedrale, ricostruita dal Valadier dopo il terremoto del 1784, al magnifico portale in travertino (con la copia della lunetta di Luca della Robbia) della chiesa di S.Domenico, dalla medievale chiesa di S.Francesco con il bel campanile gotico cuspidato e la grande pala d’altare di Federico Barocci, all’oratorio di S.Giuseppe con il famoso ‘Presepe’ del Brandani, da Palazzo Albani (secoli XV-XVIII) alla vicina chiesa di S.Spirito (sec. XVI), alla casa natale di Raffaello sede dell’omonima Accademia istituita nel 1869. Più in alto la Fortezza Albornoz dai cui spalti la vista spazia in direzione del Palazzo Ducale con i suoi ‘Torricini’, ma anche verso le colline più prossime come quella dominata dalla quattrocentesca chiesa di S.Bernardino, sede del Mausoleo dei Duchi. E ancora, scesi a valle, lo splendido panorama urbano che si gode da Borgo Mercatale con l’incombente volume semicilindrico che racchiude la quattrocentesca Rampa elicoidale di Francesco di Giorgio Martini, sovrastata dalla mole ottocentesca del Teatro ‘R. Sanzio’ e, ancora sopra, dalle absidi, dalla cupola e dal campanile della Cattedrale, affiancate dai finestroni del giardino pensile e del monumentale fronte occidentale del Palazzo Ducale. C’è poi infine la Urbino città degli studi, quella della Libera Università e del suoi moderni Collegi e quella dell’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA), ospitato all’interno del monumentale ex monastero di S.Chiara, e quella ancora della cosiddetta ‘Scuola del Libro’ con la sua meritata fama di fabbrica di talenti artistici nel campo della grafica e delle varie tecniche incisorie.
Durante la visita guidata sarà quindi possibile passeggiare e comprendere i l centro storico di Urbino, così come si presenta oggi, deriva dall’ampliamento urbanistico avvenuto in modo quasi ininterrotto dal Rinascimento all’Ottocento e che finì per colmare tutte le superfici rimaste libere all’interno delle cinta muraria cinquecentesca. Costeggiare il Palazzo Ducale, l ’opera più significativa dell’epoca rinascimentale, simbolo stesso della città, con i torricini alti circa sessanta metri, che costituiscono una creazione del tutto originale, scorgendo la loggia più alta dedicata all’appartamento privato del Duca; è possibile accedere al suo ingresso, la Galleria Nazionale delle Marche, che raccoglie principalmente dipinti di artisti marchigiani, o eseguiti per le Marche, soprattutto dal ‘300 al ‘600, permettendo di fare un percorso all’interno di secoli fondamentali per la storia dell’arte. Attraversando le stanze del grandioso Palazzo sarà possibile soffermarsi nello Studiolo di Federico, terminato nel 1476, ricoperto di tarsie lignee che, con perfetta tridimensionalità, fingono armadi semiaperti colmi di codici, cassetti, vari oggetti disposti con in disordine apparente: una scatola di dolci, della frutta, un liuto con una corda spezzata, al di sopra uno straordinario soffitto a cassettoni sul quale compaiono le insegne di Federico, dovesi affacciano i cosiddetti Uomini Illustri: filosofi, poeti, scienziati e teologi, dell’antichità e dei tempi moderni, del mondo cristiano e del mondo pagano, secondo una visione che concepiva tutto il sapere come un insieme armonico e concorde, opera del fiammingo Giusto di Gand e dello spagnolo Pedro Berruguete.
Ad Urbino nel 1483 nacque Raffaello Sanzio ed è possibile visitare la sua casa natale.
All’interno si può ammirare un piccolo affresco, una Madonna con il Bambino dormiente, che tradizionalmente è attribuito al pittore adolescente.
Il Divin pittore muove i suoi primi passi verso la carriera artistica ad Urbino dove potranno essere osservati numerosi scorci paesaggistici proposti nei suoi quadri. Nell’anno del cinquecentenario dalla sua morte Urbino è una tappa importante per capire la totalità del Genio Raffaello Sanzio.
La città offre inoltre l’ Oratorio di San Giovanni Battista che conserva internamente uno dei cicli affrescati più preziosi del Gotico Internazionale europeo. Sono opera dei fratelli Salimbeni , Jacopo e Lorenzo, di San Severino Marche, e il vicinissimo Oratorio di S. Giuseppe , dove si ammira un altro tesoro: un Presepio a grandezza naturale di un altro grande artista di Urbino, Federico Brandani , realizzato in stucco nel 1545.
Altra vista della città urbinate è quella de lla trecentesca fortezza Albornoz, dal quale è possibile dominare tutta la città: il Palazzo, la grande mole del Duomo, piazza della Repubblica, la bella torre campanaria gotica della chiesa di S. Francesco. Sullo sfondo un meraviglioso paesaggio: il succedersi ininterrotto delle colline fino ai monti dell’Appennino, oltre la vicina chiesa di S. Bernardino, voluta anch’essa dal Duca Federico, su progetto, sembra, di Francesco di Giorgio Martini, mirabile esempio di architettura quattrocentesca.